TANTO TUONÒ CHE NON PIOVVE?

Il bilancio dopo la temuta MiFID2

A gennaio 2018 entrava in vigore la tanto temuta MiFID2, a due anni di distanza quale è il bilancio? 

I Consulenti Finanziari, i Private Banker e i Gestori Bancari dedicati alla clientela affluent, cioè tutte quelle figure professionali che rappresentano il famoso ultimo miglio tra banca/rete e cliente finale sembra abbiano tutti passato l’esame, chi a pieni voti chi con un sei politico. 

I loro clienti non hanno smesso di rinnovare la fiducia, grazie a relazioni consolidate e, certamente, alla loro capacità di gestire eventuali reazioni negative causate dalla ricezione delle tanto temute rendicontazioni. 

Tutto ciò è confermato dal livello di soddisfazione espresso dagli investitori finali riguardo i loro referenti per gli investimenti delle tre categorie suddette, che, seppur a ritmi differenti (+5%, +3%, +1%), cresce costantemente anno su anno, mentre diminuisce quello delle figure meno qualificate (-7%) (fonte: FINER® Finance Mirror, base campionaria: 5.255 investitori italiani). 

Ancora una volta quindi le competenze, la preparazione e la capacità di ascolto sembra aver premiato i professionisti di qualità. 

I dati rilevati dai monitoraggi continuativi di FINER relativamente alle reazioni negative registrate dai clienti dalle tre diverse figure professionali alla lettura dei rendiconti sono molto chiari: 2% di reclami per i clienti dei Consulenti Finanziari, 4% per i clienti dei Private Banker (con un picco del 6% per i clienti delle Banche Private specializzate) e 6% per i clienti dei Gestori Bancari dedicati alla clientela affluent (fonti: FINER® CF Explorer, PB Explorer, Bank Manager Explorer, base campionaria: 7.173 professionisti). 

Certo qualcuno potrebbe rilevare che la percentuale di lamentele triplica passando da una figura professionale all’altra, ma è altrettanto evidente che si tratta di valori percentuali molto contenuti, che nella maggior parte dei casi ha richiesto solo qualche spiegazione in più e non ha certo sortito la fuga in massa dei clienti, che in molti temevano. 

Se l’interfaccia commerciale e relazionale dei clienti rappresentata dalle tre figure professionali suddette sembra essere passato indenne dall’esame della MiFID2, altrettanto non si può dire di chi lavora dietro le quinte. 

Ci riferiamo a tutto il personale impiegato in banche e reti che non ha una funzione commerciale o non ne supporta fattivamente l’attività e ad alcune categorie di fornitori esterni. Le migliaia di esuberi annunciati da alcune banche sono la cruda testimonianza di tutto ciò. 

Il vero terremoto non è stato causato infatti dalla MiFID2 direttamente, ma dagli effetti che il timore suscitato dalla normativa stessa ha prodotto nelle banche e nelle reti. Questo timore ha dato un’accelerata ai processi interni ai distributori (banche e reti) di ottimizzazione dei costi di cui ne hanno fatto la spesa sia le figure interne meno qualificate sia i “fornitori esterni” di soluzioni di risparmio gestito. 

Da un lato l’ottimizzazione dei costi partita dai distributori (Banche e Reti) ha indotto ad un aumento della pressione sui margini delle SGR terze, dall’altro lato ha comportato l’ampliamento dell’offerta in aree – come ad esempio la protezione, i crediti e gli illiquidi – contigue a quella della gestione del risparmio in senso stretto (investimenti finanziari). 

Tutto ciò alla ricerca di nuove fonti di redditività e con l’obiettivo di servire il cliente su più fronti. 

Quindi se è vero che tanto tuonò che non piovve, possiamo però dire che MiFID2 ha causato un terremoto, i cui effetti sono ancora tutti da calcolare ma che certamente sta cambiando e cambierà radicalmente il settore della distribuzione di risparmio gestito e di protezione (assicurazioni).  

E non è che l’inizio.