Barometro Covid di Assogestioni-Finer.
Focus Risparmio | Aprile 2020
Si stempera l’eccesso di negatività, segno di un desiderio di reagire e di riprendere a vivere e lavorare con energia e consapevolezza
Assogestioni ha attivato con il supporto di FINER un monitoraggio del sentiment degli operatori del settore (consulenti finanziari, private banker e gestori) per misurare l’impatto del lockdown sulla propria attività.
I risultati registrati all’inizio del lockdown hanno evidenziato un iniziale senso di smarrimento, poi stemperato – dopo due sole settimane – da un’encomiabile capacità di adattamento dimostrata da tutti i professionisti del settore alle nuove forme di comunicazione a distanza; l’ultima rilevazione ha evidenziato un forte senso di responsabilità da parte di un’industria il cui contributo è fondamentale per la ripresa.
I professionisti intervistati si dichiarano molto motivati e determinati a fare la loro parte, anche se pare allungarsi l’orizzonte temporale della fine dell’emergenza – collocato oggi a settembre-dicembre (e non più a giugno, cfr. prima slide) – e le tempistiche per il ripristino della situazione pre-crisi: molti concordano che bisognerà aspettare molto più di un anno (per il 24% dei rispondenti dal 2023 e oltre).
Gestori prudenti, consulenti ottimisti
È interessante analizzare il punto di vista dei gestori, certamente più abituati alle dinamiche e ai meccanismi che regolano i mercati finanziari essendone coinvolti in prima linea; costoro paiono da un lato più prudenti su una ripresa dell’economia in tempi rapidi, dall’altro più ottimisti sulla centralità del loro ruolo professionale.
Fa molto onore ai professionisti dell’asset management la consapevolezza del loro ruolo e della loro responsabilità nel contribuire a individuare soluzioni e strategie di investimento che consentano un rapido recupero della fiducia degli investitori finali verso la gestione del risparmio.
I consulenti finanziari e i private banker sono molto più ottimisti dei gestori circa una ripresa in tempi rapidi, probabilmente in quanto più desiderosi e bisognosi di riprendere la loro vita professionale normale fatta di relazioni, incontri personali e occasioni di confronto con clienti, colleghi e asset manager.
Voglia di ricominciare
Il quadro che emerge da questa terza e ultima rilevazione è una sintesi tra questi due differenti punti di vista: la giusta prudenza ad affrontare i mercati finanziari – espressa dai gestori – e la volontà dei professionisti del risparmio – consulenti finanziari e private banker – di voltare presto pagina per ripartire con nuove energie.
Sembra inoltre stemperarsi l’eccesso di negatività che ha colpito all’inizio di marzo e in modo molto netto la sfera personale e professionale innescata dalla pandemia (cfr. seconda slide): certamente a ciò contribuisce una certa assuefazione alla situazione, ma è anche il segno evidente di un desiderio di reagire e di riprendere la vita normale.
Al timore iniziale per l’incolumità personale, di amici e colleghi, si è prima affiancata la preoccupazione per l’impatto che tutto ciò sta causando all’economia reale, quindi una voglia di riscatto che si esprime in modo netto con il desiderio di ripartire con rinnovato entusiasmo e nuove modalità comunicative.
Eventi in streaming? Sì, grazie!
Il senso di responsabilità dei professionisti, dettato dal lockdown ed espresso dalla capacità di adattarsi alle nuove modalità comunicative, si conferma molto elevato. La probabilità di partecipazione di persona ad eventi si riduce ulteriormente per tutti (cfr. slide 3), ma è più che bilanciata dall’aumento della propensione alla partecipazione a eventi online (cfr. slide 4).
Il tutto con indicazioni molte precise e puntuali su come dovrebbe essere realizzato un evento online ideale: meglio maggio rispetto a giugno, forse per il desiderio di accorciare i tempi; idealmente meglio la mattina, in ogni caso durante la giornata lavorativa; la durata non deve scostarsi troppo dall’ora; elevato l’interesse anche per un evento on line che consenta l’acquisizione di crediti formativi, in questo caso la disponibilità a dedicare più tempo è maggiore: due ore (cfr. le prossime tre slide).
Un futuro diverso, non incerto
La capacità di adattamento dei professionisti del settore fa certamente presagire un futuro differente da come potevamo immaginarlo solo qualche mese fa. L’industria del risparmio gestito e della consulenza finanziaria deve il successo a un continuo confronto cliente-professionista-asset manager, sintesi di competenze ed esigenze tra loro complementari.
Queste industrie, legate da un unico destino, si sono sempre basate su dinamiche relazionali e di contiguità anche fisica, tra le società (Reti, Banche, Sgr), le persone che le rappresentano e in esse ci lavorano – professionisti della consulenza finanziaria e della gestione del risparmio – e i loro clienti (investitori finali).
Certamente quando il lockdown cesserà, il desiderio di riprendere relazioni personali tornerà ai livelli pre-crisi, le esperienze positive sperimentate con l’uso della comunicazione virtuale darà un’ulteriore opzione per stabilire una nuova vicinanza con il cliente di cui tutti ne faranno tesoro.
Note metodologiche
La prima rilevazione del Barometro Covid-19 di Assogestioni-Finer è stata realizzata dal 9 al 15 marzo – nei giorni del picco della pandemia e dell’attivazione del lockdown – e ha coinvolto 421 professionisti.
La seconda rilevazione ha coinvolto 677 professionisti ed è stata realizzata dal 25 al 29 marzo, immediatamente a ridosso della pubblicazione del DPCM del 25 marzo che ha ulteriormente irrigidito le restrizioni e bloccato l’attività di molte aziende.
La terza è avvenuta a ridosso del DPCM dell’11 aprile che ha confermato il prolungamento del lockdown sino al 3 maggio. Ha coinvolto 551 professionisti.