Investire | Giugno 2023
Il risparmio gestito da sempre baluardo dei CF sta vivendo antiche e nuove sfide, come emerso da un recente confronto al Salone del Risparmio, ospiti di BNP Paribas Asset Management, con tre protagonisti italiani dell’industria, Credem Euromobiliare, CheBanca! Gruppo Mediobanca e ICCREA BCC.
L’inflazione e il succedersi di rialzi dei tassi stanno disorientando i risparmiatori italiani alle prese con il dubbio se investire in BTP o mantenere la liquidità.
Per i consulenti finanziari la sfida è quella di illustrare ai loro clienti che i BTP da soli (con tassi del 4%) non bastano a proteggere dall’inflazione (che viaggia sopra l’8%) e che questi vanno affiancati a investimenti azionari e obbligazionari.
I protagonisti del settore concordano che senza investimenti azionari non possa esserci futuro per la crescita del portafoglio.
Anche sul fronte obbligazionario le opportunità sono enormi: il grande reset dei rendimenti ha trasformato l’opportunità strategica del fixed income, con i rendimenti dell’asset class che si stanno rivelando decisamente interessanti per gli investitori.
Il nuovo regime richiede un nuovo approccio, con aggiustamenti dell’asset allocation più dinamici, granulari e precisi, il che si traduce in una maggiore necessità di flessibilità del portafoglioper ottenere migliori risultati correlati al rischio.
Il ruolo del consulente è proprio quello di offrire uno sguardo al di là del tatticismo e delle mode. Con una complessità in più rispetto al recente passato, l’accessibilità delle piattaforme di remote banking ormai ampiamente diffuse assicura una rapidità di esecuzione difficilmente in grado di contenere il panico dei risparmiatori meno avveduti.
Quello che è successo negli Stati Uniti con lo spostamento di miliardi di dollari in poche ore da una banca all’altra causando il fallimento di alcune di queste ci consente di capire l’evoluzione in corso. La stessa cosa è avvenuta e può avvenire nel caso di investimenti su singoli titoli (pensiamo a Game Stop due anni or sono).
Il mondo del credito cooperativo in Italia, rappresenta un altro modello ancora rispetto al dualismo banche tradizionali- banche reti, avvicinandosi semmai a quello di Poste Italiane soprattutto per la capillare presenza territoriale.
Quello che caratterizza il mondo del credito cooperativo è la figura del consulente per gli investimenti, radicato nel territorio in cui vive con la sua famiglia e a stretto contatto con i suoi clienti e le loro famiglie.
L’assenza di rotazione e di spostamenti in altre filiali fa del consulente per gli investimenti delle banche di credito cooperativo un punto di riferimento costante nel tempo per i suoi clienti.
Detto ciò il limite di essere così intrinsecamente legato ai propri clienti, condividendo occasioni di convivialità in un Italia fatta da piccoli centri, è proprio quello di uniformarsi al loro sentire, di vivere gli stessi timori senza riuscire a scalzarli.
Al di là del modello di servizio l’elemento che fa la differenza è la capacità di offrire ai propri professionisti una visione dei mercati e una conseguente offerta di soluzioni da proporre ai propri clienti.
Questa visione è bene che sia interiorizzata a livello distributivo nella banca sia dai vertici che dalla rete, ma anche che sia una sintesi del contributo determinante delle migliori società di gestione del risparmio e della loro visione.
Su questa capacità di fare sintesi, di avere una visione condivisa e sulla vicinanza con il cliente si giocherà la crescita nei prossimi anni di molti protagonisti del settore.
Nicola Ronchetti