Insurance | Daily Giugno 2023
Alla fine il mitico Alessandro Santoliquido, commissario straordinario di Eurovita, è riuscito in un’impresa improba: il salvataggio di 400.000 clienti incagliati nel pasticciaccio causato dai più scaltri fondi di private equity anglosassoni sbarcati famelici nel nostro bel Paese.
E per farlo ha chiamato la cavalleria: Allianz, Generali, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane e UnipolSai.
I cinque big assicurativi (Intesa Vita, Generali, Poste Vita, UnipolSai e Allianz) tramite una newco da poco costituita rileveranno infatti per una cifra simbolica la compagnia Eurovita, quindi procederanno a dividere il business in parti uguali.
Quasi certamente le polizze verranno congelate da Ivass ancora per qualche settimana in modo tale da permettere il buon esito dell’operazione.
Il tassello che ha permesso di sbloccare la situazione è il consenso prestato dalle grandi banche a fare da garanti alle più piccole banche distributrici.
Le cinque compagnie assicurative leader in Italia, avevano tutto da perdere qualora non si fosse trovata una soluzione, perché si sa che le crisi reputazionali di un solo operatore si spandono come una macchia d’olio a tutto il settore.
Di fatto il cosiddetto sistema si fa carico del rischio assicurativo e dei costi connessi all’integrazione del ramo d’azienda, incluso l’assorbimento del personale di Eurovita, mettendo sul tavolo un controvalore complessivo stimabile in 500 milioni.
Sul lato dei distributori dei prodotti Eurovita starà a loro l’onere di farsi da garanti dei clienti ai quali hanno collocato i prodotti della compagnia.
In particolare nel momento in cui il cliente voglia riscattare la polizza gli istituti dovrebbero subentrare nel contratto e portarlo a scadenza, beneficiando dell’eventuale rendimento e rimborso del capitale.
Questo passaggio è stato lo snodo fondamentale sul quale si è giocato l’esito dell’accordo definito a valle dell’impegno dei grandi istituti di credito a prendere parte al salvataggio coprendo di fatto le spalle agli istituti che hanno distribuito ai propri clienti le polizze Eurovita.
Certamente le “big five” hanno agito nel loro interesse per evitare una crisi sistemica in un momento in cui le polizze vita stanno subendo riscatti a manetta, tuttavia il loro intervento è stato fondamentale come pure quello di Alessandro Santoliquido che le ha convinte con un progetto sostenibile.
E a tirare un sospiro di sollievo non sono solo i 400.000 risparmiatori, ma anche i consulenti finanziari che hanno consigliato e collocato una di quelle gestioni separate ora congelate, i dirigenti delle banche collocatrici di Eurovita stessa e quelli dell’IVASS, l’organismo di vigilanza delle assicurazioni.
Resta solo una piccola nota di colore: a metà giugno, in occasione del congresso FABI, la principale organizzazione sindacale del settore bancario italiano, Carlo Cimbri, numero uno del gruppo UnipolSai pare abbia dichiarato che “400.000 persone hanno incautamente affidato i propri risparmi ad Eurovita”.
In realtà nessuno dei sottoscrittori delle polizze Eurovita, né i consulenti finanziari e le loro banche che le hanno distribuite, né tantomeno l’IVASS aveva subodorato alcun rischio e non ci risultano, prima del rischio di crack, dichiarazioni di Cimbri al riguardo.
Sarebbe bello se una volta tanto capitasse di chiudere le stalle prima che i buoi tentino la fuga, in ogni caso, possiamo certamente ringraziare le cinque compagnie e soprattutto Alessandro Santoliquido per l’encomiabile lavoro.
Nicola Ronchetti