PROTEZIONE TRA BTP E INVESTIMENTI ALTERNATIVI

Insurance Daily | Ottobre 2023

La concorrenza dei BTP, dei conti deposito e delle obbligazioni bancarie, sta mettendo a dura prova la soddisfazione dei consulenti finanziari per i prodotti di gestione del risparmio, in particolare per i fondi comuni di investimento.

A preoccupare i clienti dei consulenti finanziari e dei private banker sono state soprattutto le performance del 2022, ovverossia i rendimenti ritenuti dagli stessi professionisti inferiori alle aspettative e decisamente insoddisfacenti.

I dati relativi alla raccolta netta delle reti dei consulenti finanziari, da sempre baluardo del risparmio gestito, parlano da soli: 45 miliardi di Euro riferibili all’amministrato (soprattutto BTP) tra l’ultimo semestre del 2022 e il primo del 2023.

Il 2021 si era chiuso con 57,3 miliardi di risparmio gestito, nel primo semestre del 2023 siamo a 25,1.

Negli ultimi dodici mesi il settore delle reti dei consulenti finanziari ha visto una riduzione delle commissioni nette pari a 91 milioni. Nel breve termine questa discesa dei ricavi sarà ampiamente compensata dalla crescita delle entrate derivante dal margine di interesse.

Come dire in un mercato drogato da tassi di interesse elevati anche lasciare il denaro sui conti correnti alle banche sembrerebbe convenire.

Ma si tratta di una scelta miope che rivelerà tutti i suoi limiti quando i tassi torneranno a livelli normali.

Nel frattempo il mondo della consulenza finanziaria, sta dando conferma della sua capacità di reagire, innanzitutto non demonizzando i BTP ma spiegando il valore della diversificazione e spesso inserendoli nel servizio di consulenza evoluta.

In questo scenario certamente transitorio, ci sono due dati in controtendenza, sempre dal punto di vista dei consulenti finanziari.

Il primo dato è che cresce la loro soddisfazione per le nuove forme di investimento alternativo. Si tratta per lo più di investimenti diretti in aziende non quotate che se correttamente orientati e gestiti possono dare un contributo sia al singolo investitore che al tessuto imprenditoriale innescando un circolo virtuoso.

Per ora sono poche le reti dei consulenti finanziari che propongono convintamente questo tipo di investimento, come dimostra la penetrazione nei portafogli dei loro clienti che è ancora marginale (sotto il 2%).

Il secondo dato, è l’aumento della soddisfazione dei consulenti finanziari per i prodotti assicurativi e in generale il comparto della protezione.

Alla crescita dell’interesse per i prodotti assicurativi del ramo danni fa da contraltare un calo significativo della soddisfazione dei prodotti del ramo vita.

In attesa che il risparmio gestito torni protagonista, investimenti illiquidi e polizze danni sembrano crescere, quantomeno nella soddisfazione dei consulenti finanziari.

Il che potrebbe apparire come un paradosso, consulenti finanziari e private banker sembrano apprezzare e richiedere più che in passato due categorie di prodotto tra di loro agli antipodi. 

A ben pensarci si tratta solo di un apparente paradosso, il giusto mix tra investimenti caratterizzati da buone prospettive di rendimento e da una connaturata dose di rischio ben si accompagna a prodotti assicurativi che proteggano dagli imprevisti.

Ancora una volta i consulenti finanziari e i private banker ci sorprendono per lungimiranza e capacità di adattamento.

Nicola Ronchetti