Bluerating | Dicembre 2023
In ogni contesto sfidante il senso di appartenenza è il vero antidoto alla paura e al rischio di restare immobili subendo i cambiamenti anziché cavalcandoli da protagonista.
Il senso di appartenenza si alimenta dal sentirsi accettati dalla propria comunità di riferimento, dal percepirsi come parte di un gruppo che condivide principi comuni e dalle capacità, attuate attraverso e con il gruppo, di superare gli ostacoli, assumersi rischi appropriati e, soprattutto raggiungere obiettivi preclusi al singolo individuo.
Il senso di appartenenza è il principale collante delle reti di consulenza finanziaria e delle banche che vogliono giocare un ruolo da protagonista nel mercato.
Sentirsi parte di un gruppo rafforza anche la fedeltà allo stesso e la capacità di promuoverlo presso terzi, che incide in modo significativo sulla capacità di reclutare ed accogliere nuovi colleghi per rafforzare la squadra.
Basta assistere a una convention di una rete di consulenti finanziari per comprendere quanto il senso di appartenenza sia importante e quanto sia necessario alimentarlo continuamente.
L’autorevolezza e il rispetto riconosciuti a chi sale sul palco per rafforzare il senso di appartenenza attraverso la condivisione di una strategia e degli obiettivi per realizzarla sono fondamentali per la tenuta di una società.
Il maggiore o minore senso di appartenenza dei consulenti finanziari di una banca può decretare il successo o l’insuccesso della stessa organizzazione.
Tanto è maggiore il senso di appartenenza tanto più cresce la fedeltà alla organizzazione e quindi la capacità di trattenere le proprie persone e di attrarne di nuove.
Il senso di appartenenza si declina a due livelli, sulle organizzazioni – sono molto orgoglioso di lavorare per la mia banca – e sulle persone che le guidano, ho fiducia nel management che guida la mia banca.
In Italia si tende generalmente a dare un peso maggiore alle persone, alla ricerca del condottiero o della condottiera che possa rappresentare più dell’organizzazione la guida e il faro.
In altri paesi, segnatamente in Francia e negli Stati Uniti, si tende a ricondurre il senso di appartenenza maggiormente alla società, alla istituzione di cui si fa parte, come se questa trascendesse dalle persone.
Si tratta di una differenza di non poco conto, che si può spiegare con la storia e la cultura del singolo paese e la sua genesi: una cosa è nascere da una rivoluzione un’altra da un referendum popolare.
Lo stesso vale anche per banche e reti di consulenti finanziari nel caso di acquisizioni cosiddette ostili o di aggregazioni volontarie.
Se analizziamo la fedeltà alla propria società ovverossia la probabilità di non cambiare casacca a uno, tre e cinque anni, scopriamo che questa negli ultimi anni è scesa soprattutto nelle realtà dove manca una forte leadership e viceversa è cresciuta ove ci sono leader carismatici e visionari.
È poi fortemente cresciuta negli ultimi dieci anni la correlazione tra i risultati economici delle organizzazioni e il senso di appartenenza che le alimenta.
Così come si sta sempre più affermando una leadership gentile in grado di accompagnare le persone lungo il loro percorso professionale, aiutandole a fare leva sui propri talenti e creando lo spazio perché questi possano svilupparsi.
Niente di più concreto e monetizzabile come qualcosa di così intangibile.
Nicola Ronchetti