Pesano l’immagine del brand e la solidità delle Reti
Il Sole 24 Ore | Aprile 2024
Il valore, l’importanza sul mercato e il ruolo sociale della consulenza agli investimenti richiedono alle banche che gestiscono il risparmio degli italiani di sviluppare brand robusti per consolidare il patto di fiducia con tutti gli stakeholder del Paese.
La reputazione e la credibilità delle reti di consulenza finanziaria passano anche attraverso la conoscenza e l’immagine del loro brand, contribuendo a valorizzare la professione del consulente finanziario, ad espandere il numero di clienti serviti e ad attirare professionisti dal mondo bancario, nonché giovani talenti.
Quanto l’importanza del brand delle Reti di Consulenza Finanziaria attrae oggi professionisti affermati? Molto, considerando le stime della ricerca condotta da Assoreti con Finer. Su oltre 500 bancari intervistati nell’analisi, il 34% si dichiara disponibile a valutare una carriera come Consulente Finanziario. Tra coloro che stanno considerando questo passaggio, il 38% sono uomini e il 29% donne che operano attualmente come private banker e gestori bancari. Si tratta principalmente di professionisti con età compresa tra i 30 e i 40 anni (38%), seguiti da profili più senior fino ai 50 anni (35%), in entrambi i casi, più della metà (52%) detiene già un portafoglio clienti e proviene da grandi (44%) o medie (32%) realtà bancarie. L’afflusso di nuovi talenti interessati ad entrare nell’industria proviene principalmente dal Nord Italia (43%) – in linea con la maggiore concentrazione di grandi gruppi – ma anche dal Sud (34%), che supera il Centro di quasi il 15%. Cosa li spinge ad entrare in una banca Rete? Il 67% del campione considera la stabilità e solidità dell’istituzione un prerequisito fondamentale per valutare un cambio, seguito dalla centralità del consulente (64%) e da fattori di immagine aziendale come la competenza del management a capo della struttura (62%). In generale, se i fattori legati all’immagine aziendale incidono nella scelta per il 24%, il 28% considera quelli legati al “capitale umano”. L’attenzione rivolta ai dipendenti (47%), ai clienti (44%) e agli investimenti nella formazione continua e nell’aggiornamento dei professionisti (40%) sono considerati elementi prioritari. Resta al centro anche l’attenzione per la componente prodotti e servizi offerti (23%), con il 49% che considera importante un’offerta superiore sul mercato e un servizio patrimoniale oltre che finanziario alla consulenza.
“L’analisi restituisce un quadro molto interessante se comparato con l’opinione di chi già opera nelle Reti. I fattori che influenzano la scelta di ingresso di professionisti esterni, e quindi l’attrattività del sistema, corrispondono infatti alle motivazioni di soddisfazione espresse da chi già opera nel settore. Questa aspettativa riflette quindi un contesto reale nell’ambiente lavorativo delle Reti. Ciò rende evidente la corretta rappresentazione che le Reti stanno avviando non solo verso le famiglie italiane, ma anche verso i primi clienti, dipendenti e professionisti, che operano al servizio del risparmio del Paese”, afferma Marco Tofanelli, Segretario Generale Assoreti.
“Secondo l’indagine, rispetto alle banche tradizionali, le banche reti riflettono elementi distintivi di grande rilievo: un management competente e capace, la centralità del Consulente Finanziario, la capacità di offrire consulenza patrimoniale a famiglie e imprese. Nonostante il lavoro ancora in potenziale espansione, il valore del brand e la capacità di saperlo comunicare sono diventati oggi un pilastro importante nel posizionamento dell’industria verso tutti gli stakeholders. I risultati anche in termini di attrattività della professione restituiscono un’immagine in linea con il posizionamento percepito sul mercato, frutto di un impegno avviato anche in termini di maggiore comunicazione esterna dei propri valori distintivi”, ha dichiarato Nicola Ronchetti, CEO di Finer.