RETI DI CONSULENZA E RISIKO BANCARIO

Advisor | Dicembre 2024

La rivoluzione in corso nel mondo bancario, tra risiko nostrano e internazionale, ha un solo e unico obiettivo primario, quello di conquistare quote di mercato nella gestione del risparmio degli italiani e più in generale dei cittadini europei.

Questo spiega perché le grandi banche internazionali desiderino rafforzarsi nel settore della protezione e del risparmio gestito puntando ad acquisire le cosiddette fabbriche prodotto.

Fusioni e acquisizioni comportano quasi sempre fenomeni destabilizzanti per il sistema bancario e soprattutto per chi in esso vi lavora.

È prevedibile che molti bancari temano che le fusioni e le acquisizioni mettano a repentaglio il loro posto di lavoro. Quasi certamente nel breve-medio termine le reti dei consulenti finanziari ne trarranno un vantaggio a livello di reclutamento.

Questo però solo nel breve-medio periodo, perché se guardiamo da qui ai prossimi dieci anni, la sfida banche verso reti, ammesso che si possa parlare di sfida, vista la complementarietà e la comproprietà delle stesse, si giocherà su un altro campo.

L’allungamento della vita oltre la media, meglio noto come fenomeno della longevità, ha creato un fenomeno mai visto prima d’ora: al tavolo della consulenza finanziaria e del private banking, oggi siedono quattro generazioni.

Per semplificare immaginiamo che un ottantenne, un sessantenne, un quarantenne e un ventenne, della stessa famiglia e allo stesso momento si interfaccino con la loro banca.

L’ottantenne e il sessantenne se adeguatamente patrimonializzati, appartenenti cioè al segmento upper affluent o private, avranno quasi certamente un referente fisico ovverossia un professionista dedicato.

Anche il quarantenne affluent o private, potrà contare su un gestore per le decisioni che attengono la gestione del proprio patrimonio ma quasi certamente si interfaccia con la sua banca e quindi approccia il tema degli investimenti anche attraverso una piattaforma digitale.

Per il ventenne la banca è una App sullo smart phone e il gestore è un professionista che risponde al telefono o in chat.

Tutto ciò spiega perché di regola quando il ventenne o il quarantenne ereditano una piccola o grande fortuna da chi li ha preceduti in oltre un caso su due abbandonano la banca dei progenitori.

È altamente probabile che assisteremo ad una polarizzazione tra il mondo della consulenza così come lo conosciamo oggi e il mondo delle piattaforme digitali.

La consulenza come la conosciamo oggi sarà per i clienti più patrimonializzati e con un’età mediamente più elevata, il mondo delle piattaforme, magari con un gestore che risponde da remoto, sarà appannaggio dei clienti con patrimoni mediamente più contenuti ma comunque rilevanti (due/trecentomila Euro) e più giovani.

La scommessa delle grandi banche internazionali come pure delle reti finanziarie che operano in Italia è di riuscire a giocare sui due fronti, con modelli di servizio che riescano a servire la clientela attuale ma anche la sua progenie.

Per fare questo servono investimenti importanti e capitani coraggiosi alla guida delle banche e delle reti che sappiano guardare alla trimestrale ma anche al futuro più remoto.

Quasi certamente i gruppi bancari protagonisti del risiko potranno giocare un ruolo determinante su entrambi i fronti a patto di riuscire a investire anche sulle loro persone.

Se ciò non accadrà, per le reti dei consulenti finanziari si aprirà una stagione di successi mai vista prima. 

Nicola Ronchetti