CACCIA AL LEONE

Insurance Daily | Marzo 2025

Ancora una volta si è aperta la caccia al Leone di Trieste, ma questa volta la partita è grossa con un risiko mai visto prima, innescato da ragioni finanziarie e personali. Dal punto di vista finanziario, Generali è una gallina dalle uova d’oro, con risultati in crescita da anni e una presenza internazionale, doti rare tra le grandi aziende italiane, certo il potenziale è ancora enorme sia in Italia che in Europa dove praterie inesplorate attendono assicuratori seri e capaci.

Generali fa gola alle banche che, affamate di margini da commissioni, più complessi da ottenere visto il progressivo abbassamento dei tassi, vedono nel business della protezione e nella gestione del risparmio l’Eldorado.

Sulle questioni personali il primo azionista di Generali – Mediobanca – fondata nel 1946, è cresciuta considerando come un mantra la frase attribuita al suo fondatore Enrico Cuccia per il quale “le azioni si pesano, non si contano”.

Quindi la distanza tra i banchieri di Mediobanca e i due grandi azionisti privati – Del Vecchio e Caltagirone – che contano tanto ma sentono di pesare poco è anzitutto culturale e ha origini ancestrali che partono da alcune anomalie.

La partecipazione di Mediobanca in Generali è un caso anomalo per una banca di investimento: immobilizzare per anni così tanto capitale in una società non strumentale al proprio business non ha una spiegazione razionale, se non quella di avere – appunto – un peso nel mondo della finanza. In questo senso la dichiarazione di Alberto Nagel “possiamo usare la quota di Generali per fare acquisizioni” (Londra 18 Marzo 2025 European Financials conference di Morgan Stanley) segna una svolta epocale, anche se forse un po’ fuori tempo limite.

D’altro lato se è legittimo che i due grandi azionisti privati vogliano tutelare il proprio investimento, è ugualmente anomalo che essi agiscano come un fondo attivista che punta a rovesciare ad ogni buona occasione il vertice di una società da loro partecipata per acquisirne il controllo.

L’ultima occasione l’ha fornita il CEO delle Generali Philippe Donnet, ex-rugbista, che sotto scadenza del suo mandato, annuncia un accordo nell’asset management di Generali Investments con la francese Natixis scatenando – come era prevedibile in un’epoca in cui regna il sovranismo – molte perplessità e reazioni per lo più negative nel nostro Paese.

E come era altrettanto prevedibile tutto ciò ha scatenato una guerra senza quartieri tra OPA/OPS, partecipazioni azionarie incrociate, conflitti di interessi, in un tutti contro tutti, di cui sinceramente l’Italia non ne ha proprio bisogno.

Quale futuro augurarsi quindi per la più grande e blasonata compagnia assicurativa italiana, per i suoi azionisti, dipendenti e clienti? Una ventilata integrazione con UniCredit farebbe sognare molti e consentirebbe ad Andrea Orcell di realizzare il suo disegno creando un mega gruppo bancario e assicurativo internazionale per il quale ha reclutato in tempi non sospetti il Ronaldo delle assicurazioni (Alessandro Santoliquido).

Ma Orcell non può fare i conti senza l’oste, Intesa Sanpaolo, i cui vertici saranno riconfermati il 29 Aprile, esattamente cinque giorni dopo l’assemblea di Generali del 24 Aprile. Infatti Ca de’ Sass insieme agli altri fondi riuniti in Assogestioni ha preparato una lista dei consiglieri alternativa a quella proposta da Mediobanca e dal gruppo Caltagirone, per esprimere – come è giusto che sia – la propria voce in modo indipendente ed autonomo e nel rispetto degli interessi dei suoi fondi.

Casualità vuole che Intesa Sanpaolo abbia appena concesso un maxi-prestito da mezzo miliardo di Euro a Caltagirone che ha dato in pegno parte delle sue quote di Mediobanca, Generali e Monte dei Paschi di Siena: una provvista che servirà ad aumentare il peso sia nell’assemblea del Monte che in quella del Leone. 

È ormai acclarato che consulenza finanziaria, protezione e asset management siano un trittico inscindibile e necessario per chi voglia pesare e non solo contare nel mercato (Enrico Cuccia docet).

Nicola Ronchetti