Investire | Gennaio 2025
Il 2025 sarà l’anno della riscossa del risparmio gestito, l’abbassamento dei tassi e la liquidità sui conti correnti degli italiani sono un potente detonatore per una gestione del risparmio al di là dei conti remunerati e dei BTP.
Dieci anni fa il mondo della consulenza finanziaria e del private banking celebrava il momento di massima intesa con gli asset manager, il numero di SGR terze con cui i professionisti volevano lavorare era ai massimi.
Ogni professionista poteva scegliere più o meno liberamente quale fondo proporre ai propri clienti tra decine di SGR con cui si erano stabiliti accordi di distribuzione.
Come sempre capita alla fase di innamoramento è seguita una fase di maggior lucidità che ha portato ad una razionalizzazione dei rapporti tra distributori e SGR.
La pressione sui margini delle SGR, una volta sontuosi, effettuata dai distributori ha innescato un processo di progressiva riduzione e concentrazione delle stesse società di gestione del risparmio.
Si è poi sempre più consolidato il fenomeno della gestione in delega, dove il distributore delega, appunto, la gestione degli asset dei propri clienti a un gestore terzo, mantenendo però il controllo diretto degli asset in gestione.
Il fenomeno della gestione in delega ha portato ad un’ulteriore concentrazione di operatori e alla progressiva riduzione della visibilità del brand delle società di gestione del risparmio sia per il consulente finanziario che per l’investitore finale.
L’abbassamento dei tassi e la ricerca di margini hanno messo in luce che, oggi più che in passato, la gestione del risparmio degli italiani è la vera gallina dalle uova d’oro per le banche e le reti dei consulenti finanziari.
Rispetto a dieci anni fa, però, quasi tutto è cambiato, come dimostrano le recenti mosse nel risiko bancario: i distributori puntano ora a internalizzare le società di gestione di risparmio acquisendone di nuove e consolidando quelle storiche.
Come se non bastasse, da qualche anno, sulla scena del risparmio gestito sono apparsi nuovi attori con un ruolo sempre più da protagonisti: gli ETF.
Gli ETF hanno finalmente trovato la loro rinascita grazie soprattutto alla consulenza evoluta e/o a pagamento: il loro inserimento in questo modello di servizio consente al distributore di applicare una commissione di consulenza senza intaccare l’efficienza complessiva del portafoglio.
Anche sul fronte degli ETF i grandi distributori hanno deciso di giocare un ruolo attivo, facendosi loro stessi emittenti, mantenendo così internamente i margini e il controllo degli asset.
Uno scenario completamente cambiato per le cosiddette SGR terze, dove da protagoniste si trovano a comprimarie con il rischio di diventare comparse, mentre per le cosiddette SGR captive si potrebbero aprire le porte dell’Olimpo.
In realtà, come sempre capita, quello che sta succedendo nell’industria del risparmio gestito è un naturale processo di selezione dove a sopravvivere saranno le SGR più capaci che potranno contare su gestori e rappresentanti sopra la media.
Si tratta di un settore certamente alla ricerca di efficienza, di performance ma anche di persone che sappiano comunicare, dialogare e supportare i professionisti nel loro lavoro quotidiano.
Il contributo fattivo che le SGR e i loro rappresentanti sapranno dare ai distributori nel convertire la liquidità in risparmio gestito, magari con un’attenzione agli investimenti azionari e agli investimenti in economia reale segnerà lo spartiacque tra chi giocherà un ruolo da protagonista nei prossimi anni.
Nicola Ronchetti