FINANZA E PROTEZIONE

Insurance Daily | Marzo 2024

L’anno che si è appena concluso è stato eccezionale per tutte le banche: abbiamo assisto a una gara tra banchieri a chi comunicava in modo trionfale il raggiungimento del miglior utile di sempre.

Tutte le banche – nessuna esclusa – hanno fatto – come si dice tra i maratoneti – il proprio personal best, ovverossia il miglior tempo personale sulla distanza, realizzando il miglior risultato di sempre.

Una domanda sorge spontanea: ma se in una maratona tutti hanno migliorato il proprio record personale non è che il percorso sia stato più semplice?   

Per la certificazione di un percorso di maratona, esiste un ente che ne stabilisce il dislivello medio e la presenza di curve: non si può paragonare il tempo di chi corre la maratona di Boston (tra le più dure) a chi percorre la stessa distanza lungo un rettilineo in discesa.

Il trucco effettivamente c’è: con il costo del denaro alle stelle, per chi, come le banche, ha miliardi di denaro dei clienti in cassa fare soldi è un gioco da ragazzi tra impieghi alla clientela (mutui) e depositi in BCE.

È bene precisare che non c’è nulla di scorretto in tutto questo, a maggior ragione considerando che le banche, prima della sbornia da tassi alti, nel biennio precedente hanno dovuto attraversare, le forche caudine dei tassi sotto zero, della crisi delle banche USA e del precipitare della crisi geopolitica.

Il tema vero è un altro, anche sperando che la situazione dei tassi alti durerà fino alla fine del 2024, immaginando solo qualche ritocchino al ribasso (– 0,5% a giugno) e che quindi le banche potranno godere di un altro anno eccezionale, cosa succederà dopo? Da dove potranno arrivare i profitti delle banche con i tassi calmierati?

E qui che si pone il più grande interrogativo di sempre: è possibile che in un Paese con una popolazione cronicamente sotto assicurata e con miliardi di risparmi depositati su conti bancari infruttiferi, non si punti in modo deciso ed efficace sulla protezione e sul risparmio gestito?

Sul perché gli italiani non si assicurino sono stati scritti fiumi di inchiostro; certamente c’è un tema di scarsa educazione finanziaria, sulla quale si può e si deve fare molto, ma non è questa l’unica barriera ad una corretta pianificazione finanziaria e assicurativa.

Il settore bancario e assicurativo (volendo farne un unicum) è, anche se meno rispetto al passato, in debito di fiducia con gli italiani, necessita di nuove professionalità e certamente di maggior proattività, tutte cose che oggi sembrano merce rara, se non in tutte, quanto meno nella maggior parte delle banche e compagnie assicurative.

La vera sfida per quelle banche e compagnie che vogliano e sappiano guardare oltre alla contingenza del breve periodo, e quindi anche alla volatilità dei tassi e dei mercati, sta proprio nell’avere una strategia di medio e lungo termine.

Le banche che vorranno essere vincenti nel futuro, dovranno allungare lo sguardo nella direzione di una prospettiva di crescita sostenibile ed equa per tutti gli stakeholder, che sta nell’unire in un unico modello di servizio i tre pilastri che sorreggono famiglie e imprese italiane: protezione, gestione del risparmio e credito.

Per fare questo servono professionisti preparati che sappiano conquistare il cuore, prima ancora che il portafoglio, degli italiani, rispettando gli interessi di tutti, clienti in primis: da questo punto di vista la strada appare ancora lunga.

Nicola Ronchetti