Advisor | Giugno 2024
Il mondo della consulenza finanziaria cresce da anni in termini di patrimonio gestito, di soddisfazione dei clienti e dei suoi attori protagonisti: i consulenti finanziari.
Come tutte le professioni di successo, che richiedono esperienza, forte impegno e motivazione, il mestiere del consulente finanziario è oggi prevalentemente appannaggio di professionisti ultra cinquantenni.
È un dato in linea con le tendenze demografiche di allungamento della vita e con altre professioni: l’età media dei notai o dei medici è leggermente superiore (+5%), quella degli artigiani è decisamente superiore (+ 15%).
Quasi tutte le reti di consulenti finanziari hanno attivato progetti e programmi per attrarre giovani talenti in grado di garantire il naturale ricambio generazionale e soddisfare anche professionisti con meno di quaranta anni.
Ad oggi i consulenti finanziari con meno di quaranta anni con un mandato attivo sono circa il 10%, si tratta di una percentuale destinata a crescere di un ulteriore cinque per cento nei prossimi anni grazie alle iniziative messe in atto dalle reti più attive sul fronte della formazione dei giovani.
È molto interessante comprendere in cosa si differenzia il consulente con meno di quaranta anni rispetto al suo omologo ultra cinquantenne. Cinque sono le principali differenze che emergono dalle analisi di FINER.
La prima: la motivazione dei consulenti più giovani è mediamente superiore (+17%) rispetto a quella dei più senior. Anche questo è un aspetto connaturato all’anzianità nella professione caratterizzata da un maggior entusiasmo iniziale che poi naturalmente si evolve in un atteggiamento più distaccato e lucido.
La seconda differenza sta nella maggior proattività nel contattare i clienti e nel cercarne di nuovi che caratterizza i consulenti finanziari con meno di quaranta anni (+ 21%) rispetto agli over cinquanta. Ciò è coerente con un’attività che è all’inizio e che necessita di consolidare il portafoglio dei clienti.
La terza differenza sta nella maggior efficienza (+12%) nella organizzazione della giornata lavorativa in relazione al disbrigo delle pratiche di gestione dei clienti rispetto alla mandante grazie alla maggior dimestichezza e utilizzo dei supporti digitali.
Il quarto elemento che differenzia i consulenti con meno di quaranta anni sta nella maggiore fedeltà alla propria società di appartenenza (+19%), certamente influenzata da un maggior entusiasmo che caratterizza qualsiasi individuo che è all’inizio della propria carriera.
Il quinto elemento è il più interessante dal punto di vista antropologico: i giovani professionisti sono più attenti ad un equo bilanciamento tra vita privata e lavorativa (+50%).
Questo aspetto è spiegabile, da un lato, con una fase del ciclo di vita in cui generalmente si crea una famiglia e, dall’altro, con l’appartenenza a una generazione in grado di ottimizzare e rendere più efficiente il proprio lavoro anche grazie alla maggior dimestichezza con i supporti digitali.
Il profilo dei consulenti con meno di 40 anni differisce quindi in quasi tutto rispetto a quello del suo omologo ultra cinquantenne, tranne che in una cosa: l’orientamento e la tenacia nel perseguire il raggiungimento dei risultati.
L’integrazione tra diverse generazioni e l’inclusione di giovani talenti in ogni azienda è condizione necessaria per la sopravvivenza della stessa, e di questo le reti dei consulenti finanziari se ne sono accorte da tempo.
Nicola Ronchetti