Advisor | Ottobre 2025
Quando il 22 Luglio UniCredit ha ritirato la sua Offerta Pubblica di Scambio (OPS) per l’acquisizione di Banco BPM, Giuseppe Castagna, alla guida del Banco BPM, ha dichiarato con una felicità che gli si leggeva in volto, che dopo nove mesi di stallo conseguenza della passivity rule: “ora guardiamo a banche simili a noi e faremo un’operazione amichevole e concordata”.
Il CEO di piazza Meda ha poi fatto i nomi delle banche simili, precisando che “guardiamo a partner che si dedichino al territorio e alle Pmi. MPS, Bper, Crédit Agricole sono realtà simili a noi”.
L’opzione BPER, sembra la meno probabile visto che a Modena sono impegnati con l’integrazione della Banca Popolare di Sondrio appena acquisita, sul tavolo rimarrebbero quindi due opzioni: una, più semplice, con Crédit Agricole Italia, un’altra, decisamente più complessa con Monte dei Paschi di Siena.
Il matrimonio con Crédit Agricole Italia è dato come il più probabile: Giuseppe Castagna, ne ha parlato chiaramente e pubblicamente in un’intervista a Milano Finanza ad agosto e lo ha rilanciato in un’altra occasione a metà settembre a Class Cnbc.
Castagna appare molto motivato, gli occhi si illuminano quando parla dei colleghi d’Oltralpe. I motivi sono tanti. Primo questa volta sarebbe l’ex preda Castagna a muovere sotto la sua guida l’operazione con un partner di lunga data, conosciuto e considerato affidabile (si veda la partnership in AGOS).
Secondo, la Banque Verte è molto simile alla Banca Popolare di Milano, nata sul territorio e per il territorio con un forte radicamento la cui origine risale alla fondazione del Crédit Agricole Mutuel in Francia nel 1885, ispirata ai principi della cooperazione e del sostegno all’agricoltura e all’industria locale.
Dopo l’integrazione con Piazza Meda i francesi sarebbero diluiti al 35% grazie al conferimento di azioni Anima, di cui l’istituto milanese ha il 90%, che consentirebbero al Banco di non sborsare troppo cash. Crédit Agricole Italia vale 5,5 miliardi e la capogruppo ne detiene il 76%: servirebbero quindi 4,2 miliardi per comprarla. Piazza Meda ha capitale in eccesso per un paio di miliardi e potrebbe mettere sul piatto anche parte della sua partecipazione in AGOS (39%). Il matrimonio con Crédit Agricole Italia consentirebbe a Bpm di diventare il terzo operatore in Italia per filiali (2.500 filiali) e il secondo in termini di prestiti alla clientela (dietro a Intesa Sanpaolo), rafforzando il proprio posizionamento competitivo.
Ciò detto, Castagna, non può fare i conti senza l’oste, cioè il Governo (UniCredit docet), e da navigato banchiere sa che non può escludere a priori un’operazione di consolidamento con Mps, soprattutto se cara al nostro esecutivo, e anzi ha tenuto a precisare che quella con Siena è “sicuramente è un’altra opportunità”, essendo il secondo distributore di prodotti Anima e in cui il Banco ha il 9%.
Ma al di là delle alchimie finanziarie, in cui i navigati banchieri sguazzano come pesci in mare aperto e del ritrovato peso dei governi nazionali in finanza (non solo in Italia ma anche in Germania e Spagna), quello che sembra contare veramente sono le affinità elettive tra persone che, in questo caso travalicano i confini nazionali, al punto di preferire “stranieri” simili che connazionali diversi.
Effetto della globalizzazione, dell’empatia o delle ambizioni personali?
Nicola Ronchetti