Investire | Luglio Agosto 2022
La relazione annuale dell’OCF parla chiaro, per la prima volta da anni si è invertita la tendenza, al 31 dicembre 2021 gli iscritti sono 51.900, pari allo 0,5% in più rispetto al 2020.
Questo conferma l’attrattività di una professione che ha mostrato con i fatti la sua centralità nei momenti critici come quelli che stiamo vivendo innescati prima dalla pandemia e poi dal conflitto in Ucraina.
Ma le buone notizie non si esauriscono solo al livello quantitativo.
Tra gli iscritti all’OCF aumenta il numero delle consulenti donne, la crescita si riferisce essenzialmente alle professioniste iscritte (+2,4%). Il numero dei consulenti appartenenti al genere maschile è rimasto pressoché stabile con una lieve diminuzione dell’incidenza sul totale. A fine anno le donne, pari a 11.493, costituiscono il 22,1% del totale (erano il 21,7% nel 2020).
Inoltre, rallenta per la prima volta il graduale processo d’invecchiamento della popolazione di riferimento iniziato nei primi anni 2000 e si conferma un’età media dei consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede di quasi 52 anni come nel 2020.
Anche rispetto alle prove valutative si rileva un aumento dei giovani candidati che nel 2021 costituiscono la fascia più numerosa, pari al 35,4% del totale degli iscritti agli esami.
Numeri incoraggianti anche per i giovani che vogliono intraprendere la professione: gli under 40 raggiungono il 12,7% dei consulenti, e di questi il 3,2% è costituito da giovani sotto i 30 anni.
Quali sono le motivazioni sottostanti questi numeri? Quali gli elementi in grado di attrarre alla professione del consulente finanziario abilitato ad operare fuori sede, giovani, donne e, non meno rilevante, trattenere chi fa questo lavoro da anni ed è diversamente giovane?
Tre sono le motivazioni principali: l’autonomia che garantisce la professione, la capacità di rafforzare l’autostima e la possibilità di ascoltare il cliente.
L’autonomia si traduce in maggior flessibilità che quasi sempre significa lavorare di più ma seguendo i propri ritmi e tempi, il che genera un senso di libertà incredibile propulsore per la motivazione.
Una giovane mamma o un giovane papà non devono fare la corsa la mattina per timbrare il cartellino, magari lasciando pargoli piangenti al nido, sono liberi di stabilire i propri tempi per il raggiungimento dei loro obiettivi.
Questo fattore è talmente rilevante che quasi tutte le banche stanno cercando, con alterne fortune, di applicare lo stesso meccanismo anche per i e le dipendenti, con orari flessibili e welfare aziendali all’avanguardia.
Essere padroni del proprio tempo, ancorché avendo obiettivi condivisi con i propri responsabili da raggiungere, ha una conseguenza diretta sulla crescita dell’autostima. A sua volta l’autostima fa crescere la motivazione a lavorare.
Terzo elemento è la possibilità di ascoltare il cliente, quella del/la consulente finanziario/a è una professione che riduce al minimo l’attività non produttiva, operare fuori sede vuol dire ridurre al necessario le riunioni e le relazioni improduttive ed essere sempre in prima linea.
La possibilità di ascoltare il cliente cresce tanto più se non si è sotto scacco di budget persecutori e di esattori interni che rovinano la qualità della vita professionale.
La cosa bella è che di tutto questo se ne sono accorti pure i clienti che infatti stanno premiando i/le consulenti in modo inequivocabile e da anni.
La vera notizia è che – anche grazie al lavoro di banche e reti – la professione sta diventando attrattiva anche per i giovani e le donne indispensabili per l’evoluzione di qualsiasi specie.
Certo il traguardo è ancora lontano ma la corsa è iniziata e la voglia di vincere inarrestabile.
Nicola Ronchetti