Investire | Gennaio 2022
Il 2021 si è chiuso alla grande per il settore della consulenza finanziaria e del risparmio gestito con numeri che parlano da soli: 760 miliardi di patrimonio su un totale di 2.560 miliardi di risparmio gestito di cui i consulenti finanziari sono da sempre i veri paladini.
5 milioni di italiani hanno scelto di avvalersi di un consulente finanziario, 11 milioni quelli che hanno sottoscritto un fondo comune di investimento.
Il mercato è tutt’altro che maturo, il potenziale è ancora enorme basti pensare che solo 1 italiano su 4 gestisce i propri risparmi e che solo 1 su 10 è adeguatamente coperto dai rischi.
Quali dunque le prospettive per il 2022? Il settore della consulenza finanziaria in Italia ha dimostrato di saper navigare anche e soprattutto in acque tempestose superando la volatilità dei mercati e da ultima la pandemia.
Vi sono però alcune sfide che vanno affrontate con l’umiltà del maratoneta più che con la spavalderia del centometrista, soprattutto evitando il rischio di farsi distrarre dalla lunga serie di vittorie inanellate nell’ultimo decennio.
Una di queste sfide è il ricambio generazionale che, in realtà, è in atto da tempo: i cosiddetti boomers oggi 50-60enni erediteranno nei prossimi 10 anni una fortuna stimata nell’ordine di 2.000 miliardi dalla generazione che l’ha preceduta.
Nel passaggio da una generazione all’altra il 50% dei clienti cambia banca e referente. La vera sfida è quindi quella di intercettare nuovi clienti e non perdere i propri.
Per fare questo mai come ora è necessario combinare le doti personali e relazionali da maieuta tipiche della figura del consulente finanziario con due altri ingredienti divenuti oggi fondamentali e imprescindibili.
Il primo ingrediente è apparentemente quello più scalabile ed è connesso alla capacità di operare in modo efficiente da remoto e agli investimenti in digitale.
Fino ad oggi le reti hanno avuto un vantaggio competitivo rispetto alle banche, ma oggi questo vantaggio competitivo si sta riducendo.
Intesa Sanpaolo ha 13,5 milioni di clienti di cui oltre 7 milioni che usano la sua App. l’UniCredit di Orcel ha dichiarato di voler diventare una vera banca digitale da qui al 2024 con investimenti di 2,8 miliardi nel digitale.
BNL BNP Paribas per bocca del suo CEO Elena Goitini ha dichiarata aperta la caccia alle migliori fintech e ha deciso di efficientare alcuni servizi essenziali esternalizzandoli a primarie società.
L’altro ingrediente è la fiducia, ingrediente raro da raccogliere tra i risparmiatori italiani, soprattutto quando si parla del loro futuro e delle banche.
Le banche se vogliono sopravvivere dovranno riconquistarsi la fiducia, prima di tutto sulla trasparenza e sull’equità dei costi ma anche sull’efficientamento dei processi e sulla capacità di saper gestire il risparmio dei loro clienti in modo profittevole per questi ultimi.
Se le banche riusciranno a evolversi digitalmente in tempi rapidi, recuperando il ritardo accumulato in anni e sapranno riconquistarsi la fiducia dei clienti, la partita con le reti potrebbe riaprirsi e a vincere sarebbero davvero molto più di 5 milioni di italiani.
Nicola Ronchetti