Le nuove vulnerabilità.
Insurance Daily | Maggio 2020
Prima della pandemia il tema delle nuove vulnerabilità legate alle tematiche ESG era già nell’agenda di tutti gli stakeholder.
Basta leggersi la lettera di Larry Finch, Founder & CEO di BlacKRock la più grande società mondiale di gestione (7 miliardi di dollari) scritta a gennaio 2020: «Siamo sull’orlo di una completa trasformazione della finanza», perché il cambiamento climatico obbliga gli investitori «a riconsiderare le fondamenta stesse della finanza moderna».
Tutto ciò avrà grandi impatti sul sistema di crescita economica, nulla sarà come prima: le nostre città cambieranno, come cambierà la funzione che avranno i mutui, l’inflazione e la protezione nell’era del cambiamento climatico. «Cosa succederà ai mutui trentennali – un tassello chiave della finanza – se chi li eroga non è in grado di stimare l’impatto del rischio climatico su un arco di tempo tanto lungo, e se non sussistono opportunità di mercato per le assicurazioni nelle aree interessate»?
Poi è arrivato Covid-19 e tutto quello che avrebbe richiesto tre-cinque anni si è concretizzato in soli tre mesi. Tutti ci siamo scoperti più vulnerabili. Soprattutto in Italia dove si vive bene e a lungo, con un’aspettativa media di vita alla nascita di 85 anni (quarto paese dell’OCSE per longevità).
Abbiamo un debito pubblico mostruoso, prossimo ai 2.500 miliardi di Euro, ma anche una ricchezza patrimoniale delle famiglie italiane quattro volte superiore: 10.000 miliardi di Euro, di cui 5.500 in case e terreni, 1.000 in fondi pensione, 800 in partecipazioni finanziarie, ne avanzano 2.700 di cui ben 1.500 sono parcheggiati sui conti correnti a rendimento zero.
Due sono i flagelli che colpiscono l’Italia: 1) una cultura finanziaria molto arretrata e 2) una bassissima propensione a proteggersi cioè ad assicurarsi.
Oggi tutto ciò pare in evoluzione: quello che non sono riusciti a fare tre generazioni di CEO, Chief Marketing Officer delle più blasonate compagnie assicurative e non solo, in un mercato guidato dall’offerta, lo ha fatto Covid-19.
A gennaio 2020 solo il 10% degli italiani si dichiarava interessato a sottoscrivere un’assicurazione a tutela e a protezione della propria salute, a maggio 2020 questo dato è cresciuto e ha raggiunto il 34% (Fonte: FINER Finance Mirror 2020, Base: 5.200 individui rappresentativi della popolazione italiana adulta, rilevazione maggio 2020).
La protezione sembra dunque essere il nuovo mantra degli italiani che hanno sperimentato sulla loro pelle la inadeguatezza di un sistema sanitario pubblico non in grado di proteggerli.
Sul fronte della gestione del risparmio, gli strumenti che oggi i consulenti finanziari stanno usando per far cogliere ai clienti le opportunità che la ritrovata volatilità dei mercati finanziari offre sono soprattutto due: i PAC piani di accumulo del capitale (42%) e le polizze multi ramo (39%). (Fonte: FINER Lockdown Monitor 2020, Base: 1.000 consulenti finanziari intervistati dall’8 marzo al 10 maggio 2020).
I PAC non sono certo una novità, ancor meglio se gestiti con accantonamenti mensili automatici: Ennio Doris, docet, il pioniere della consulenza finanziaria in Italia, su questo meccanismo semplice accompagnato al tema della protezione ha fondato il successo di Banca Mediolanum.
Oggi le compagnie di assicurazione, le banche, gli agenti assicurativi, i consulenti finanziari, sono tutti chiamati all’appello e hanno un dovere morale, prima ancora che un’opportunità commerciale: cogliere l’attimo, chiamare i clienti e sensibilizzarli sulla necessità di investire e di proteggersi per il loro futuro e delle loro famiglie.
Molti professionisti lo stanno facendo, alcuni di questi in modo sostenibile, altri paiono assopiti o cavalcare logiche commerciali non più attuali. Siamo certi e confidenti che il futuro sarà dei primi, con buona pace di tutti noi.