Rinascimento assicurativo
Che gli italiani siano un popolo cronicamente sotto assicurato non è una novità, qualche dato su tutti: 150 miliardi di Euro di premi di cui 120 relativi al ramo vita, 30 al ramo danni, di questi 15 relativi alla Responsabilità Civile Auto (obbligatoria), 15 ai danni non auto (di cui 7,5 in capo alle aziende e 7,5 alle famiglie).
La misura del fenomeno della sotto assicurazione è impressionante se consideriamo il bene più prezioso degli italiani: la casa. In Italia i possessori di una casa sono circa l’80% e a fronte di circa 56 milioni di unità abitative private ne sono assicurate meno di 1 milione.
Se poi facciamo un confronto europeo sulla diffusione delle polizze a protezione dei beni e del patrimonio e consideriamo che l’Italia è uno dei paesi più flagellati da alluvioni e da terremoti il confronto è terrificante. Il rapporto premi pagati sul prodotto interno lordo è in Italia dell’1% con una media dei premi per abitante di € 279, in Francia 2,5% con € 865, in Germania 2,4% con € 996, in Olanda 7,2% con € 3.259.
Il mercato assicurativo è tipicamente un mercato spinto dall’offerta e se l’offerta non si attiva la domanda di protezione stenta a partire. Ebbene negli ultimi mesi l’offerta sembra essersi ridestata: siamo di fronte a un rinascimento assicurativo?
Le banche e alcune reti di consulenti finanziari, stanno investendo milioni di Euro in comunicazione e molti trasformando le filiali in agenzie assicurative (non si contano più le vetrofanie “banca assicurazione”), per spingere i prodotti assicurativi anche del ramo danni oltre che nel ramo vita.
Due delle principali compagnie assicurative che operano in Italia (Allianz e UnipolSai) hanno lanciato nuove compagne di comunicazione.
Poco importa che tutto questo ritrovato attivismo in campo assicurativo sia figlio della spasmodica ricerca di margini sempre più risicati derivanti sia dalla difficoltà di convertire in risparmio gestito il fiume di denaro che gli italiani si ostinano a tenere sui conti correnti che dalla caduta sottozero dei tassi.
Tutti conoscono la potenza di fuoco rappresentata dai consulenti finanziari che deriva loro dall’essere a stretto contatto con i clienti, oltre 25.000 professionisti con mandato attivo che seguono più di quattro milioni di clienti: la quota maggiore della componente gestita dai CF, ossia il 60%, è investita in prodotti a contenuto assicurativo previdenziale.
E d’altronde i dati a livello nazionale confermano la fiducia degli italiani verso il risparmio assicurativo, che è arrivato a rappresentare il 17% della ricchezza finanziaria totale delle famiglie italiane.
A ben vedere per i consulenti finanziari promuovere prodotti a contenuto assicurativo e previdenziale non è certo una novità.
I primi pionieri della professione che lavoravano qualche decennio fa in Fideuram, in Programma Italia (oggi Mediolanum) e in Dival Ras (oggi Allianz Bank) si sono affermati sul mercato partendo proprio da questo tipo di prodotti.
D’altronde quando parliamo di consulenza olistica e patrimoniale la prima cosa che un buon professionista fa o dovrebbe fare è mettere in sicurezza il proprio cliente e la sua famiglia, ovverosia proteggerlo da eventi che possano cambiare il corso della sua vita e quindi parlare di pianificazione finanziaria.
Se partiamo dalle fondamenta della pianificazione patrimoniale e quindi dalle origini della professione del consulente finanziario scopriamo che la sua evoluzione, come del resto la nostra vita è quasi sempre fatta da corsi e ricorsi storici come teorizzava trecento anni fa il filosofo napoletano Giambattista Vico.
Italiani, dunque, assicuratevi!